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ISBN: 978-88-8342-863-0
Collana: Monografie d’Opera/in collaborazione con il Teatro Comunale di Bologna -
Carmen di Bizet è un’opera lirica in quattro atti su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévyc con cui il compositore collaborò ad integrare e modificare la storia in varie parti. La trama è ispirata alla novella omonima di Prosper Merimée con cui l’autore voleva parlare al mondo della mentalità e della cultura dei gitani. È un’opera del genere comique, cioè con recitativi parlati alternati alle parti musicali. La prima rappresentazione all’Opéra Comique di Parigi il 3 Marzo 1875 si rivelò un fiasco, in quanto i temi trattati e l’immoralità della protagonista fecero un effetto strano davanti ad un pubblico borghese che favoriva la classica opéra comique. Bizet morirà tre mesi dopo l’insuccesso della sua Carmen e non poté assistere al successivo trionfo universale dell’opera, che conquistò le platee di tutto il mondo. Nietzsche, grazie alla sua polemica antiwagneriana, contribuì a collocare l’eroina gitana nell’olimpo degli archetipi culturali del ’900, affermando che ascoltando la Carmen si diviene noi stessi. Come spiega Carlo Vitali nel saggio presente nel volume “Monografie d’opera” «Carmen è un capolavoro ancora capace di parlare al nostro immaginario globalizzato e i suoi personaggi sono così reali da diventare tipi simbolici». L’azione si svolge in Spagna, a Siviglia e sui monti vicini e la trama ruota attorno alla storia d’amore passionale tra Carmen, la bella sigaraia andalusa, e il brigadiere Don Josè. Nelle vicinanze della caserma sulla piazza del mercato arriva Micaela, la fidanzata di José, che non riesce ad incontrarlo perché l’uomo è ancora in servizio. Nel mentre escono le sigaraie dalla manifattura dei tabacchi, tra loro si distingue Carmen, la più bella e vivace, che vuole attirare l’attenzione di Josè danzando per lui un’impetuosa “habanera” e gettandogli sul viso un fiore rosso che l’uomo raccoglie. Rientrata al lavoro, Carmen litiga con una compagna e la ferisce con un coltello. José la arresta e la conduce in prigione dove la gitana lo seduce e riesce a convincerlo a lasciarla evadere. Per questo il brigadiere viene imprigionato ma, appena scontata la pena, si precipita nella taverna di Lillas Pastia dove Carmen è in compagnia di zingari e contrabbandieri. A loro, dopo varie vicende, José finirà per unirsi diventando un disertore ribelle legato all’esuberante gitana, Nella nuova vita José è infelice: si sente trascurato da Carmen ed è tormentato dalla gelosia per il torero Escamillo, che è attratto dalla sua donna. Sui monti, nel rifugio dei contrabbandieri e dei due amanti, arriva Micaela, a portare la notizia che la madre di José è morente: José allora decide di seguire la ragazza. Il quarto e ultimo atto ci riporta a Siviglia: Escamillo sta per entrare nell’arena per la corrida e Carmen è lì per lui. Sopraggiunge José, che scongiura Carmen di tornare insieme. La donna, però, pur consapevole di andare incontro alla morte, lo deride e gli lancia con disprezzo l’anello che lui le aveva donato. José, in preda ad una crisi di gelosia e disperazione, la uccide con una pugnalata. Nella Carmen lo stile musicale, che segue l’azione e ad essa si adatta mirabilmente, è ricco di motivi pittoreschi e travolgenti nelle danze e nelle canzoni, pieno di contrasto fra i festosi temi gitani e l’incalzare drammatico dell’azione. Il volume, che fa parte della collana “Monografie d’opera”, contiene un saggio di Carlo Vitali, la sezione antologia letteraria con testi di Merimèe e Gustave Charpentier e la nota biografica di Georges Bizet.