Monografie d’Opera/in collaborazione con il Teatro Comunale di Bologna: Strauss. Salome
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Strauss. Salome

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Pp.
160
Curatori:
 Giovanni Gavazzeni
Uscita: 11-01-2010

ISBN: 9788883428388

Collana: Monografie d’Opera/in collaborazione con il Teatro Comunale di Bologna -

Numero della Collana
26

14,00 €

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Dopo l'insuccesso di pubblico delle sue prime due opere, Il Guntram (1893) ed il Feuersnot (1901), Richard Strauss compone, tra il 1903 ed il 1905, quello che diventerà il primo capolavoro del teatro musicale tedesco dopo la morte di Wagner, la Salome. Opera in atto unico, la Salome, composta su libretto di Hedwig Lachmanne e tratta dall'omonimo dramma di Oscar Wilde, fu rappresentata per la prima volta al Königliches Opernaus di Dresda nel Dicembre del 1905, suscitando al contempo ammirazione, clamore e critiche sprezzanti, seguite da una sorprendente ricezione nei teatri tedeschi, poderosa ma mai libera dal veemente coro di detrattori. La prima rappresentazione italiana fu diretta dall'autore ed ebbe luogo il 22 dicembre 1906 al Teatro Regio di Torino. Sia il successo che le critiche raggiunsero il proprio apice con la rappresentazione parigina al Thèatre du Chatelet, nel 1907, dove fu presentata di fronte all'élite culturale francese, consacrando la Salome ad un succès de scandal continentale. La vicenda, ispirata a quella biblica, è ambientata nella reggia di Erode a Gerusalemme, ed è incentrata sull'invaghimento della ammaliante figliastra del sovrano, Salome, per il profeta Jochanaan (Giovanni il Battista). Salome, incuriosita dalle urla del profeta prigioniero che salgono dal profondo della sua cella, ordina di liberarlo. Jochanaan si lancia così in un'aspra condanna verso i peccati di Erode e sua moglie Erodiade. La giovane, assistendo all'invettiva che apre la scena terza, s'invaghisce di lui e ne desidera un bacio, che naturalmente le viene rifiutato, mentre Narraboth, capitano della guardia innamorato di Salome, scoperti i sentimenti di lei per Jochanaan, si pugnala. Nell'ultima scena Erode chiede alla figliastra di danzare per lui promettendo in cambio qualunque ricompensa. Dopo aver ballato la celebre "Danza dei sette veli", la giovane chiede la testa mozzata di Jochanaan su un piatto d'argento. Erode tenta invano di dissuaderla, ma deve infine cedere. Ricevuta la testa, Salome, in una delle scene più contestate e provocatorie dell'opera, ne bacia la bocca coperta di sangue, Erode, sdegnato, ordina alle guardie di ucciderla. La Salome, che "per gusto e stile non somiglia a nessun'altra opera tedesca", come scrive Franco Serpa nel saggio pubblicato in questo volume, è espressione musicale di una società "cosmopolita, edonistica e facoltosa", staccatasi ormai del tutto dallo "Spirito della Nazione" Wagneriano ed entrata in pieno nello splendore del nuovo secolo. Un'opera di rottura e di passaggio, come argomenta Serpa, oltre che di scandalo. Ad arricchire il volume, oltre al libretto ed all'intervista al regista Gabriele Lavia, vi è il consueto percorso antologico, che contiene, fra gli altri testi, l'originale vicenda evangelica, la sua rilettura di Wilde, un resoconto autobiografico dello stesso Strauss, una lettera di Von Hoffmanstall all'autore e un testo di Thomas Mann. Da segnalare inoltre una riflessione storico-critica di Daria Santini sulla "Danza dei sette veli", uno dei momenti, parte ormai dell'immaginario collettivo, che meglio ne incarnano la morbosa e potente drammaticità.