ISBN: 978-88-8342-508-0
Collana: I grandi libri fotografici della città -
L’Ottocento è il secolo della nascita dell’urbanistica: l’igiene, il decoro, la grandezza, l’eclettismo storicistico rappresentano le regole di base di una nuova concezione della città, la cui anima e il cui senso si ritrovano nel commercio e nella viabilità. Haussmann cambia il volto di Parigi con gli ampi boulevards che uniscono la razionalità di impronta settecentesca alle esigenze di un’economia in rapido cambiamento; subito dopo sarà la volta di Bruxelles, Vienna e Barcellona; seguiranno, in Italia, Roma, Firenze e Genova. Bologna, anche se con qualche ritardo, non si sottrae ai dettami del “moderno spirito” ed è proprio nel solco dell’ideologia del progresso che viene varato il piano regolatore del 1889. Il piano, che verrà realizzato solo a partire dal 1909 e non senza polemiche, prevede, tra l’altro, lo sventramento della zona del Mercato di Mezzo, cuore pulsante della città, l’abbattimento della cinta muraria trecentesca e la riorganizzazione della periferia urbana. Lo sventramento del Mercato di Mezzo travolgerà abitazioni, botteghe, torri medievali, palazzi storici, osterie: luoghi antichi che recano i segni di un passato complesso e stratificato, di un’umanità ancora presente. Al posto del dedalo di stradine che da palazzo Re Enzo si snodava fino alle due torri, spunteranno tre grossi edifici di tipica fattura novecentesca, con copertura a terrazzo e portici altissimi, stridenti per dimensioni e forme con il tessuto urbano su cui vengono pesantemente a impiantarsi. Arnaldo Romagnoli, nato nel 1875, è un facoltoso assicuratore e un fotografo dilettante; lavora a palazzo Strazzaroli, in via Rizzoli e assiste quindi da vicino alla demolizione di un pezzo di storia cittadina, all’aprirsi di voragini laddove prima brulicava la vita. Romagnoli ama molto la città e l’obiettivo della sua macchina fotografica nient’altro è che il filtro potente di questa passione. Le sue foto ci restituiscono ogni passaggio della trasformazione del centro cittadino e rimangono una testimonianza unica di quegli anni, un racconto per immagini dettagliato e toccante. È dunque la narrazione eccezionale di tale cambiamento che proponiamo, non solo per indugiare sui pure assai rilevanti aspetti stilistici e storici di una Bologna che non c’è più, ma anche per perdersi in geometrie cariche di luce, nel calore degli ambienti, nel fruscio delle vesti, nel mosaico dell’antico acciottolato, nel gioco dei vuoti e pieni creato da un intero mondo che trasloca, negli occhi dei bambini di un tempo che fissano con curiosità l’obiettivo, proiettando le loro ombre fino a noi.