A dieci anni da una diagnosi di cancro, dopo essersi lasciato quell’esperienza definitivamente alle spalle, Roberto Dall’Olio ci dà una testimonianza intensa e poetica di un durissimo periodo della sua vita. Solo adesso riemergono i sentimenti sorti allora, rimossi poi, ma mai assopiti. Ora riesce a “nitrire in versi” sul passato: così in flash-back ci riporta sul letto d’ospedale, ricorda le reazioni dei genitori e la confortante presenza degli amici, sintetizza l’esperienza “concretizzante” del dolore, esprime riconoscenza ai volontari che lo riportano a casa, a medici e infermieri dell’ospedale impegnati in “quel difficilissimo Mestiere”. Per vincere la propria battaglia contro il cancro, che egli chiama “un’apnea incerta”, “un terremoto che sconvolge tutto ma proprio tutto il mio privato”, “il fossato che solca il dopo dal prima” della vita, l'autore ci invita a parlarne, a non opporsi all’evidenza della sua esistenza, fino a “lasciarlo entrare” nel profondo della propria mente perché solo così poi, “se va bene potrai contribuire a tramutarlo in vita”. E la sua storia è un bellissimo esempio di rinascita: dal precipitare in un baratro senza fondo, al successivo provare “a vivere con amore”.