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Libri: "Che fine ha fatto Sandra Poggi", nuovo noir di Pappalardo ---- 22:00
(AGI) - Roma, 15 giu. - "Che fine ha fatto Sandra Poggi?". Se lo chiede Davide Pappalardo, in un volume pubblicato da Pendragon. La vicenda inizia a Milano, nel dicembre del 1973. Libero Russo, investigatore privato fallito, viene contattato da uno sconosciuto nella sua bicocca al quartiere Isola, dove vive in compagnia di un gatto e delle canzoni di Fred Buscaglione. Lo sconosciuto lo convince ad accettare un caso all'apparenza semplice: deve rintracciare Sandra Poggi, una ragazza della Milano bene di cui si sono perse le tracce e che è in contrasto con la famiglia. Libero, alle prese con i propri tormenti interiori e con la nostalgia per la sua terra, la Sicilia, intuisce che potrebbe non trattarsi semplicemente di una fuga da casa. In un vorticoso giro di giostra tra Milano, Venezia e Bologna, l'investigatore entra in contatto con neofascisti, strizzacervelli, prostitute, doppiogiochisti, movimentisti, poliziotti corrotti, per cercare di arrivare a Sandra, che sembra volatilizzarsi ogni volta che l'afferra, in un gioco di specchi in cui non si sa più chi è l'inseguito e chi l'inseguitore. Chi e' Sandra Poggi? "Figlia della nuova borghesia meneghina - spiega Pappalardo - è una giovane affetta da disturbi della personalità. Si trova intrappolata tra l'educazione rigida e la sua voglia di librarsi. Riesce a mimetizzarsi facilmente in ogni situazione in cui si caccia e a copiare, senza nemmeno accorgersene, gli atteggiamenti, la mimica e gli interessi di chi le sta accanto. I suoi lineamenti dolci, i suoi occhi che a volte si tingono di ametista, le gambe snelle, non la fanno passare inosservata, ma solo ascoltando i suoi discorsi spiazzanti ti accorgi di avere davanti una donna non comune che all'apparenza sembra un bellissimo pesce fuor d'acqua". Pappalardo, siciliano, giallista affermato del quale avevano fatto una ottima impressione "Buonasera signorina"e soprattutto "Milano Pastis", ama la scrittura come divertimento, e cio' non toglie alcunche' alla sua bravura. "Come tutti gli autori - racconta - osservo la realtà, quello che mi circonda e rubo. Io mi diverto a scrivere ma non sempre. Non sono per niente costante. A volte lo faccio perché occorre farlo, perché devo finire un progetto, perché devo consegnare un lavoro. Forse scrivo per far emergere energie interne che per troppo tempo ho tenuto rintanate nel mio antro e proprio per questo la parte che mi piace di più è la promozione. Non solo interviste e presentazioni. Adesso, con diversi amici, ho messo in piedi un book trailer che sono certo creerà interesse e attenzione per il mio libro e per il mio modo di narrare storie". "Il mio obiettivo - continua - è crescere. Non so se il prossimo romanzo sarà sempre a tinte noir. Mi piacerebbe provare a parlare dell'Italia che sta cambiando, dei rigurgiti di razzismo, del deserto culturale e dell'individualismo più becero imperanti e della necessità di una risposta a questi fenomeni. Forse è un obiettivo ambizioso ma chissà". (AGI) RED/FAB