Questo libro fotografico nasce da due viaggi a Tokyo e da un colpo di fulmine per una città così diversa dalle nostre europee, all’apparenza estranea e difficile. Non è una guida turistica, non un reportage giornalistico. Non è nemmeno un diario puntuale e quotidiano. È un racconto per immagini e parole, impressioni e sensazioni, scatti che fermano il girovagare di un occhio curioso. Che cosa, oggi, in un mondo diventato molto piccolo, rende l’esperienza del viaggio insostituibile? L’Esperienza, appunto. Vivere una vita diversa dalla solita, conoscere persone, odori, umori differenti da quelli consueti. Perdersi in percorsi non abituali. Anche se solo per poco tempo. Di tutto ciò, al ritorno, si portano a casa impressioni, frammenti di vita, immagini. Impressioni, frammenti ed immagini raccolte, appunto, in questo libro. “Francesca fotografa al volo, ma in profondità, e invece che rubare l’anima la mette in circolo, come se essa potesse rientrare da un momento all’altro nell’oggetto fotografato dopo essersi fatta una passeggiatina. È una fotografa dilettante di professionalità immediatamente percepibile, ‘parla’, ‘ascolta’, ‘guarda’, ‘vede’. Va a Tokyo come a Bologna, e si capisce perché: è una metafotografa, che sembra sempre ‘tornare sul luogo del delitto’ come se lo conoscesse bene pur non avendolo mai visto. In realtà fotografa se stessa, e quindi il massimo del trucco consiste nel non essere più o meno dichiaratamente un trucco” (dalla nota introduttiva di Oliviero Beha).