ISBN: 978-88-8342-836-4
Collana: Studi e ricerche -
Il 14 luglio 1938 viene pubblicato il “Manifesto della razza”. Subito dopo si scatena, violenta, la campagna antisemita. Coi successivi “Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista” l’uragano che si abbatté sugli scienziati e sulle scienziate ebrei fu senza scampo: radiati dalle università, dalle accademie e dagli istituti culturali, costretti alla fuga, alla clandestinità, fino alla deportazione e alla morte. Furono specialmente le professoresse che il fascismo non perdonò, cancellandole perfino dagli elenchi ufficiali dei radiati. Questa memoria perduta le ha rese per lungo tempo doppiamente invisibili: come donne di scienza e come ebree. Attraverso le parole (tratte da testimonianze edite e inedite) delle protagoniste e di chi ha vissuto loro accanto, entriamo nelle case dei Volterra, dei Castelnuovo, dei Levi, dei Fermi, dei Pincherle, dei Sacerdoti, di Salvador E. Luria, Luciana Nissim Momigliano, Tullia Calabi Zevi e della stessa Rita Levi Montalcini che, prima di conquistare il Premio Nobel nel 1986, fu costretta a nascondersi nel periodo della clandestinità sotto il falso nome di Rita Lupani. Una sorta di diario privato che ci restituisce, dall’interno, il quadro di un’epoca che ha segnato la storia.