Tra il 1846 e il 1966 appaiono su riviste e supplementi francesi numerosi scritti critici di Charles Baudelaire. Questi testi, su pittura, letteratura e musica e molti dei quali inediti, si richiamano a un’idea di critica non già “fredda e algebrica”, ma al contrario “parziale, appassionata, politica”, condotta secondo un punto di vista “che apra più orizzonti”. Essi disegnano la mappa di una modernità che nei suoi tratti essenziali è ancora la nostra e ci restituiscono una visione estetica e letteraria che scavalca i confini delle arti e apre le porte sulla vastità insondabile del nuovo e e dell’ignoto.