I nostri uffici resteranno chiusi per le festività dal 24 dicembre al 7 gennaio. Gli ordini verranno evasi fino a venerdì 20 dicembre.
ISBN: 978-88-6598-648-6
Collana: Contemporanea -
Alla fine della seconda guerra mondiale riprese impeto, in America, l'odio irrazionale e violento verso la Russia, suo ex-alleato. Perdura ancora oggi (luglio 2015). L'America insinua una minaccia russa con armi nucleari, argomento che non dovrebbe portare in campo dato che essa è l'unica nazione al mondo ad avere impiegato l'atomica su popolazioni civili, e non riuscirà mai a liberarsi del pregiudizio di essere pronta a rifarlo. Forse è questo senso di colpa a indurre l'America a credere istericamente che tutti gli altri abbiano un frenetico impulso a coinvolgere il mondo in un devastante conflitto atomico. La vorace industria degli armamenti è responsabile di innumerevoli conflitti. La spiegazione dozzinale è che i conflitti furono necessari "per contrastare l'espansione del comunismo", ma essi furono in realtà il laboratorio per le nuove armi, la palestra per i nuovi eserciti. Il costo in vite umane, specie di popoli lontani dall'Occidente, non ebbe peso per le grandi potenze che vollero queste guerre. L'ONU e il suo inefficace e partigiano Consiglio di sicurezza nulla fecero per impedirle: trascurando il loro dovere, rimasero spettatori dello spargimento di sangue e delle devastazioni. Le Convenzioni umanitarie vietano che popolazioni civili vengano colpite dalle operazioni di guerra: gli effetti si videro a Dresda, Tokyo, Hiroshima, Nagasaki; a My Lai; in Afghanistan e in Iraq. Le Convenzioni umanitarie sono una storia infinita di ipocrisie e di inganni. La loro credibilità è definitivamente finita con la legge americana di blocco del Tribunale penale internazionale, e la mancata reazione a questa presa di posizione. Il mondo è dominato da coloro che, come Brenno, misurano la giustizia con la spada. Quando il giudice Robert Jackson parlò al tribunale internazionale di Norimberga, denunciando il crimine di aggressione, egli disse che "se vogliamo che [questa norma] serva a un utile scopo dobbiamo riconoscere che essa deve condannare l'aggressione compiuta da qualsiasi altra nazione, incluse quelle che ora siedono qui in veste di giudici". Il monito di Jackson vale anche per la tortura, l'assassinio compiuto da militari, le violenze su civili, i bombardamenti di città indifese. È inutile farsi illusioni: nulla cambierà, il campo da gioco sarà sempre ineguale, un un-level playing field. Come disse satiricamente due secoli fa il giudice inglese Maule "it hath ever been the glory of England not to have one law for the rich and another for the poor".