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Collana: Linferno -
Che cosa ci lega ai luoghi in cui siamo nati? Ha ancora senso al giorno d’oggi dirci solo italiani? Limitare la nostra identità culturale e sociale al nostro paese d’origine? C’è una differenza tra “radici” e “origini”? E quali sono i motivi che dovrebbero spingerci a dirci “europei”? In questo saggio autobiografico, che passa con disinvoltura dalla cronaca di viaggio all’analisi politica, al resoconto personalissimo di pensieri e suggestioni, Giancarlo Vilella smette per un attimo i panni di funzionario dell’Unione europea per farci entrare nel turbine di questioni che agitano la coscienza dell’uomo contemporaneo. Come un moderno e appassionato flâneur, l’autore si aggira tra i propri ricordi, i propri viaggi, alla ricerca di un quadro di Vermeer o di una spiaggia mai vista, tentando di rispondere alle proprie inquietudini, che sono alla fine anche le nostre. Con il gesto complice di chi vuole coinvolgerci in una conversazione molto intima, l’autore ci tira immediatamente per la manica, mostrandoci alcuni dei fili nascosti che ci legano a un’origine comune tanto forte quanto troppo spesso dimenticata.