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ISBN: 978-88-6598-675-2
Collana: I chiodi -
Aprire questo libro significa ritrovarsi ex abrupto in un mondo che ci appare straniero o addirittura esotico solo perché spesso lo abitiamo senza accorgercene: quello delle più tipiche e insieme anonime province italiane. Diciamo esotico, straniero: ma mai pittoresco. Perché lo sguardo che lo inquadra non è quello del narratore-reportagista, coi suoi amori volubili di una sera e il suo estetismo appena velato dalla concretezza della cronaca. Al contrario, Ghazvinizadeh gioca a immaginare e mettere in scena il divario tra chi osserva queste province di passaggio e chi ci vive dentro, e dunque non vede più, come non può vedere sé stesso, gli scorci eccentrici e le insegne bislacche, i gerghi della tribù e le abitudini famigliari. Nei tre racconti dei Cosmonauti si riflette l'Italia più dimenticabile non perché simile a un non-luogo ma semmai a un luogotutto, cioè a una serie di spazi che in apparenza - solo in apparenza - potrebbero essere ovunque. Come crescerà chi trascorre l'infanzia nelle golene dell'Alto Monferrato? Che differenza c'è tra gli uomini che guardano il fiume dalla riva e quelli che ne conoscono le acque, tra chi abita i casolari cinti dalle piene e chi scende lì ogni giorno dalle colline dello spumante? Cosa succede se un ligure, abituato a considerare ogni sbalzo tra i suoi monti un marchio d'appartenenza, approda sull'Appennino bolognese, circondato dall'indifferenza di una cupa anonimia immobiliare? E di cosa campano certi hotel sempre vuoti, su una statale del basso Lazio, col mare vicino ma non abbastanza, e un odore perenne di grissini in confezione e legno vivo? E' di immedesimazioni del genere che si nutre lo scarno libro di Ghazvinizadeh, narratore strofico con la vocazione dell'antropologo e dell'urbanista. Il paesaggio italiano ci sta qui davanti come una gigantesca madeleine, nella sua friabilità minacciosa e nel suo miscuglio lunare di tecnologia e relitti arcaici, di viadotti e pievi, di bar e monumenti resistenziali: e per non si sa quale magia o forza implicita, poche pagine spigolose bastano all'autore per evocare intorno al suo profilo la carne di un romanzo arioso, di una memoria vastissima.