“Camminavo sghembo e trasognato: avevo negli occhi le astronavi, sulle labbra il profumo del mio primo bacio e alla bocca dello stomaco la presa di una tenaglia per quel senso di sospensione che il derby procurava qualche giorno prima della partita. Avevo 14 anni e mezzo, il timore di non essere all’altezza, di non durare, di fermarmi e di perdermi il più bello”. Una descrizione memorabile di un ingresso tormentato e divertente nell’età dell’adolescenza. Sullo sfondo di una Bologna “liceale”, il ritratto di un momento della vita in cui ognuno si può riconoscere.