Amo Bologna Tascabili: Storie di Guelfi e Ghibellini
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Storie di Guelfi e Ghibellini

Romanzo
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Pp.
463
Uscita: 08-11-2024

ISBN: 978-88-3364-725-8

Collana: Amo Bologna Tascabili -

Numero della Collana
104

20,00 €
Uscita: 08-11-2024

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Il Medioevo evoca comunemente immagini a tinte fosche, notti eterne, inverni senza fine e spelonche appena rischiarate da fuochi minacciosi, troppo sinistri per non trasformarsi in roghi purificatori. Il Medioevo di questo romanzo è una dimensione completamente diversa: è il Duecento al massimo del suo splendore, un tripudio di battaglie, tornei, intrighi, cerimonie, sacrifici, tradimenti ed eroismi. A dare ordine a tutto questo è la scrittura di Colombari, un incantesimo capace di far vivere le miniature di un manoscritto, i personaggi affrescati sulle pareti di una cattedrale, le figure di una vetrata gotica incendiata dal sole. Sembra perfino di riconoscere il rumore delle armi, la voce delle tube, il rullo dei tamburi, lo strepito delle feste, i sussurri della notte. E per ultimo gli odori forti delle cucine, le fragranze degli orti, i miasmi dei cadaveri, il profumo delle cere e degli incensi. È in questo teatro vivace e pulsante che il protagonista del romanzo Giovanni Corforati, cavaliere bolognese, insegue «quell’enorme segreto capace di far tremare il più antico dei troni», incrociando la vicenda dei più celebri personaggi del tempo. A cominciare da Federico II di Svevia, stupor mundi et immutator mirabilis, dal quale tutto sembra discendere e al quale tutto pare risalire. E naturalmente Manfredi di Sicilia, Carlo D’Angiò, Corradino di Svevia, Ezzelino da Romano, Gregorio IX, nomi che subito associamo all’eterna lotta fra Guelfi e Ghibellini, una contrapposizione d’interessi che rompe i vincoli di sangue, trasforma le alleanze in geometrie variabili, riempie le città di cadaveri, annulla ogni possibilità di distinguere il bene dal male, gli amici dai nemici, i cristiani dagli eretici. E in tutto questo lo smarrimento di Giovanni Corforati assomiglia incredibilmente alla condizione dell’uomo contemporaneo, dal quale, forse, lo distingue un solo particolare: la possibilità di spingersi all’estremo e arrivare, in compagnia del lettore, alla soluzione dell’enigma.