L'estetica di Gilles Deleuze

Bergsonismo e fenomenologia a confronto
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Pp.
320
Uscita: 01-01-2005

ISBN: 88-8342-382-8

Collana: Le Sfere -

Numero della Collana
103


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Il saggio intende sottolineare l’importanza della dimensione estetica nel pensiero di Gilles Deleuze, uno degli ultimi grandi filosofi del Novecento. Nel tentativo di restituire all’empirismo la logica del senso di cui la filosofia trascendentale si pretendeva detentrice, la dimensione estetica prende sempre più spazio nel pensiero di Deleuze. Dalle indagini che elabora a partire dal testo su Francis Bacon sull’estetica pittorica, fino a quelle nate dalla rilettura di Bergson per la comprensione del cinema, l’arte si rivela essere lo strumento per tracciare delle linee di vita, esprimendo le infinite potenzialità di uno straordinario divenire altro. Le suggestioni bergsoniane fanno del cinema, sostanzialmente dimenticato dalla fenomenologia (Sartre e Merleau-Ponty), un’arte eminentemente anti-fenomenologica, mettendo in discussione uno degli apparati teorici tra i più importanti del XX secolo. Ricostruire il confronto che vede opporsi, nel pensiero di Deleuze, Bergson alla fenomenologia, consente un’interrogazione della filosofia deleuziana in rapporto alla filosofia francese ad essa contemporanea.