Il pensiero scientifico dell’Ottocento costituisce la fonte concettuale più importante di tutta l’impresa teorica di Marx. Capire la natura dell’epistemologia scientifica del suo tempo significa ridefinire il contenuto conoscitivo della sua concezione storico-filosofica. L’analisi di questo retroterra apre la strada alla confutazione di tutto il marxismo storicamente costituito e offre una possibilità di recuperare la complessità e la fecondità concettuale di alcune formulazioni di Marx, ridotte da quel marxismo a formule obsolete e persino fuorvianti a cospetto delle moderne forme di rappresentazione della razionalità scientifica e del mondo contemporaneo. Esse, di fatto, non spiegano più nulla, e debbono dunque essere sostituite da nuovi principi esplicativi. Intento primario del volume è proprio quello di spiegare quali essi possano essere. Se, come diceva Dostoevskij, non si può chiedere alla storia di essere ragionevole, si deve domandare a coloro che tentano di farla, almeno nell’ambito della conoscenza, di essere concettualmente innovativi e spregiudicati nel pensarla.