ISBN: 978-88-8342-530-1
Collana: Studi e ricerche -
“Sotto la pensilina della stazione di Bologna attendevamo l’arrivo del treno. Come faremo per riconoscerlo? Parlerà in italiano? Si udì un fischio prolungato… quando da un vagone di terza classe scese un alto signore coll’aspetto imponente, il cappello a larghe falde, i capelli ricadenti fin sulle orecchie, non avemmo alcun dubbio …Era lui, non poteva che essere lui, Alberto Einstein”. Da questo memorabile arrivo di Albert Einstein a Bologna nel 1921 descritto da Adriana, figlia del noto matematico Federigo Enriques, che lo aveva invitato per un ciclo di conferenze pubbliche, nonché dalle cronache di quei giorni, prende spunto questo volume. Esso presenta le missive in cui Einstein raccontò i suoi bei ricordi della gioventù trascorsa a Pavia, i testi delle conferenze bolognesi, il carteggio con Enriques e con altri intellettuali, amici e scienziati italiani (Levi-Civita, Marcolongo, Straneo, Croce, Marangoni…). Non manca la lettera che Einstein inviò al ministro Rocco nel 1931 per salvare i suoi “colleghi” universitari dall’infamia del giuramento di fedeltà al regime fascista. Chiudono il volume gli scritti sulla relatività dal 1907 al 1914 (Einstein, Abraham, Castelnuovo, Corbino) e l’inchiesta degli anni Venti fra filo e antirelativisti pubblicati su «Scientia», la rivista internazionale fondata da Enriques e Rignano nel 1907.