Traditi dal Consiglio di sicurezza

Miraggio di unire il mondo per la pace
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Pp.
529
Uscita: 21-01-2021

ISBN: 978-88-3364-302-1

Collana: Contemporanea -

Numero della Collana
66

20,00 €

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Il Consiglio di sicurezza, istituito per mantenere pace e sicurezza internazionale, è stato costretto all'inefficienza partigiana, stretto nella camicia di forza con la quale i padroni lo hanno immobilizzato. Non ha potuto e non ha voluto responsabilmente assolvere il suo compito. Fra i suoi interventi peggiori furono tredici anni di perfide e ingiuste sanzioni contro il popolo iracheno, e il colpevole letargo in innumerevoli situazioni nelle quali avrebbe dovuto intervenire ma non si è mosso. Il libro affronta argomenti controversi: l'abrogazione implicita del Trattato di non-proliferazione (TNP) in applicazione del criterio inadimplenti non est adimplendum: le Nazioni nucleari si erano impegnate a disarmare, non lo hanno fatto, e di conseguenza i non-nucleari hanno la facoltà di ignorare il TNP; la nullità insanabile del regalo di Nikita Chruščëv della Crimea all'Ucraina, non autorizzato dalla Costituzione sovietica (come se Luigi Einaudi avesse, nel 1954, regalato la Sardegna - parte dell'Italia una e indivisibile - alla Francia); l'omissione di sanzioni ex-Capitolo VII Statuto ONU nei confronti di Israele per la persistente occupazione di territorio attribuito ai palestinesi, e la mancanza di analoghe sanzioni nei confronti della Turchia per l'occupazione di terra siriana; la viltà esibita dall'ONU nel non imporre il divieto assoluto di tenere arsenali di armi nucleari (come esiste quello contro l'uso di armi biologiche e chimiche), con ostracismo a tutto campo dei ricalcitranti. Il Consiglio di sicurezza dovrebbe essere abolito e sostituito da un'Assemblea Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite munita di ampi poteri vincolanti e inappellabili, investita del potere di deliberare, con doppia maggioranza di Stati e popolazioni, su tutti gli aspetti che creino rischio per la pace e la sicurezza internazionale, di vigilare autoritativamente affinché l'arroganza degli uomini non si trasformi in sopruso, di facilitare l'accesso di persone virtuose a custodi del diritto e della libertà, di premiare correttezza e lealtà nelle relazioni fra uomini e Stati.