È un libro di racconti – realistici, fantastici, ma tutti straordinariamente verosimili – ambientati a Copenaghen, in Danimarca. I suoi protagonisti sono adolescenti, ventenni e trentenni alle prese con le miserie nuove e sottili, ma schiaccianti, di un paese europeo tipico: ricco, avanzato, democratico. Sonnergaard ci racconta come in questo pezzo d’Europa emergono fallimenti, malesseri, soprusi e, anche, ribellioni: piccole e personali oppure plateali e deflagranti. Leggendo questi racconti moltissimo ci sembrerà assai familiare, eppure come proiettato secondo una curvatura sociale inequivocabilmente diversa. Radiator scavalca gli stereotipi più triti, cioè scongiura sia la sindrome dell’appiattimento, sia quella dell’estrema distanza e quindi dell’incomunicabilità fra nordici e mediterranei. Divertendoci, ma in una certa misura anche angosciandoci, Sonnergaard ci dirà molto di cosa mai sia questa immensa quasi-nazione di piccoli villaggi in cui viviamo noi europei.