ISBN: 978-88-8342-715-2
Collana: Monografie d’Opera/in collaborazione con il Teatro Comunale di Bologna -
L’amore e la morte, il sentimento e la ragione, la volontà e il caso, la comunità e il singolo: contrasti senza tempo e senza patria che si strutturano con consapevole chiarezza nel dramma shakespeariano di fine ’500. Prokof’ev li dipinge sulla scena attraverso una partitura vigorosa e dinamica, lontana dai mondi fiabeschi del teatro di fine ’800 e dalla graziosità che ci si aspetta di solito a teatro. Nel 1938 al Teatro Statale di Brno, in Cecoslovacchia, va in scena per la prima volta il balletto Romeo e Giulietta, per il quale Sergej Prokof’ev compone una musica insolita e difficile, “incomprensibile e quasi impossibile da danzare”, avrà a dire durante le prove Galina Ulanova, celebrata Giulietta nel 1940 a Leningrado e in seguito fra le massime ammiratrici del compositore. Nel 1934 Prokof’ev è chiamato a comporre Romeo e Giulietta dal teatro Kirov che, nonostante l’impegno preso, si ritira dal progetto. Dopo alcuni anni travagliati il lavoro è finalmente rappresentato a Brno e, nel 1940, al teatro Kirov di Leningrado, nella celebre versione con coreografie di Lavrovskij, vero esempio di drambalet. Il balletto porta in scena personaggi verosimili, contestualizzati in un preciso momento storico, e dipinge le passioni che connotano il genere umano, suscitando emozione e ammirazione nel pubblico attraverso una danza ricca e realistica in stretta sintonia con la musica. L’avanzare del secondo conflitto mondiale blocca poi le rappresentazioni teatrali; nel dopoguerra lo spettacolo viene riproposto con medesimo successo, dilaga in tutta Europa e fa scuola. Il balletto in tre atti con musiche di Sergej Prokof’ev viene riproposto da molti coreografi, come è illustrato nella sezione “Romeo e Giulietta” di questo volume. Nel 1996 Jean-Christophe Maillot, coreografo-direttore de Les Ballets de Monte-Carlo porta in scena per la prima volta la raffinata versione presentata in questo volume. La storia inizia in modo inusuale e naturale insieme, presentando in scena frate Lorenzo, grande ma impotente stratega che cercando di fare del bene permette che avvenga il peggio. Questo personaggio strano e straziato, fil rouge e perno della storia, è figura della Trinità ed è sballottato fra caso e necessità, fra volere e potere. Il tragico destino dei due innamorati, infatti, non deriva tanto dall’odio atavico e feroce fra le loro potenti famiglie, i Montecchi e i Capuleti, che si disprezzano e affrontano con ogni pretesto, ma dalla legge del caso e del fato. E così la coppia, folgorata dalla passione e in cerca di sotterfugi per poter realizzare il sogno d’amore e matrimonio, giunge a un finale straziante, in cui entrambi perdono la vita per mano propria, folli di disperazione per la morte, vera o presunta, della persona amata. Il volume presenta come sempre una ricca antologia letteraria, con brani che spaziano da Ovidio al Rinascimento e al ‘900 e un approfondimento su Sergej Sergeevic? Prokof’ev. Nato nel 1891 nel villaggio ucraino di Soncovka, acquisisce una solidissima tecnica pianistica e compone prolificamente già a vent’anni. Costantemente in viaggio per l’Europa e negli Stati Uniti per tournées, Prokof’ev porta ovunque il suo fervore creativo. La censura e l’insorgere della malattia costringono poi a forzate limitazioni la sua consueta produttività. Muore a Mosca nel 1953.