Roberto Roversi

noimage

Roberto Roversi (Bologna 1923-2012) ha fondato con Leonetti e Pasolini la rivista «Officina» (1955) e ha dato vita nel 1961 alla rivista «Rendiconti». È stato libraio antiquario per oltre sessant’anni. Delle numerose opere poetiche, si ricordano Poesie per l’amatore di stampe (Salvatore Sciascia, 1954); Dopo Campoformio (Feltrinelli, 1962; poi Einaudi, 1965); Le descrizioni in atto (ciclostilato in proprio, Bologna, 1969, 1974, 1985 e 1990) e L’Italia sepolta sotto la neve (fuori commercio, 2010), che raccoglie il suo lavoro degli ultimi trent’anni. Le principali opere di narrativa sono Ai tempi di re Gioacchino (Palmaverde, 1952); Caccia all’uomo (Mondadori, 1959; poi Pendragon, 2011); Registrazione di eventi (Rizzoli, 1964) e I diecimila cavalli (Editori Riuniti, 1976). Per il teatro ha scritto Unterdenlinden, 1965; Il crack, 1969; La macchina da guerra più formidabile, 1971; Enzo re. Tempo viene chi sale e chi discende, 1977; La macchia d’inchiostro, 1978 (tutti ripubblicati da Pendragon). Ha scritto i testi per tre dischi di Lucio Dalla (Il giorno aveva cinque teste, Anidride solforosa e Automobili) e, per il gruppo degli Stadio, tra le altre, la celebre canzone Chiedi chi erano i Beatles. La sua tesi di laurea, Le origini dell’irrazionalismo di Nietzsche studiate nelle opere giovanili, è stata pubblicata da Pendragon nel 2013. Sempre per Pendragon sono usciti anche i carteggi con Leonardo Sciascia (Dalla Noce alla Palmaverde. Lettere di utopisti 1953-1972) e con Vittorio Sereni (“Vincendo i venti nemici”. Lettere 1959-1982). Sue opere edite e inedite, in tiratura limitata, sono disponibili su questo sito nella collana "I libri di Roberto Roversi in edizione limitata". Tutti i suoi testi sono consultabili nel sito www.robertoroversi.it