Attilio Romagnoli

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Attilio Romagnoli nacque a Medicina (Bologna) il 26 ottobre 1894. Il padre era artigiano e aveva in paese una bottega da fabbro di antichissima data. La sua era una famiglia numerosa: il padre, la madre e 6 figli. Interrotti gli studi di ingegneria, vinse un concorso per Segretario Comunale e prese servizio prima nel Comune di Sorbano (ora frazione del Comune di Sarsina), poi nel Comune di Verrucchio, successivamente nel Comune di Bertinoro. Rimasto senza impiego e senza mezzi di sussistenza negli anni della guerra, un giorno si recò a Bologna, presso i sindacati, per cercare lavoro. Mentre era in un ufficio entrarono dei poliziotti, lo fermarono e lo condussero assieme ad altri rastrellati nella caserma Rossi, per poi essere deportato in Germania nel lager di Mittelbau-Dora a Nordhausen. Il sistema concentrazionario nazista classificava le varie categorie dei deportati nei lager con un triangolo di colore diverso. Ma Attilio non faceva parte di nessuna di queste specifiche categorie, in quanto era un deportato civile. Cadono infatti nella rete dei rastrellamenti anche uomini e donne impegnati nella cosiddetta “resistenza civile”: cittadini sospettati di aiutare chi era contrario al nazifascismo e di non collaborare con il regime. Anche questi civili erano impiegati come prigionieri nel lavoro forzato, necessario allo sforzo bellico nazista. Attilio riuscì a sopravvivere alle varie sofferenze, agli orrori della guerra e del lager, alla continua carenza di cibo (alla partenza pesava 95 chili, al ritorno 45): raccontava che quando si tagliava, il sangue non usciva, perché – come diceva – “il corpo si è mangiato il sangue, per sopravvivere”. Al ritorno, riprese servizio fino alla pensione. È venuto a mancare nel 1977. Nel 2024 Pendragon ha pubblicato il suo diario di prigionia, “Per Natale io non sarò a casa”.