Alessandro Smulevich, nato a Fiume nel 1923, all’età di 15 anni fu espulso dalla scuola a causa delle leggi razziali. All’entrata in guerra dell’Italia nel 1940, il padre fu arrestato e internato prima a Campagna, in provincia di Salerno, poi trasferito come “internato libero” a Firenze e successivamente a Prato, dove Alessandro lo raggiunse insieme alla madre e alla sorella. Dopo l’8 settembre 1943, Alessandro, i genitori, la sorella e il cugino, che si era sottratto all’internamento libero a Pontassieve, fuggirono a Firenzuola, dove trovarono rifugio, soccorso, protezione e salvezza da due famiglie del luogo. Nel dopoguerra trovò impiego come interprete nell’esercito inglese e poi in quello americano. Grazie alle sue eccellenti credenziali e alla padronanza di diverse lingue straniere, ottenne in seguito la posizione di responsabile del reparto viaggi di un’agenzia di Firenze, professione che svolse fino alla pensione. È morto nel 2002.