Dispersione, scrivendo estremi confini

"Nuovi segnali" del verbo-visuale / "borderline" della pagina e dell'arte bianca / scritture-desiderio
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Pp.
124+64 tav.
Uscita: 01-01-2000

ISBN: 88-8342-045-4

Collana: Le Sfere -

Numero della Collana
41


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È dedicata alla poesia verbo-visuale di cui l'autore è un esperto: si veda l'antologia Nuovi segnali dell'83 da lui curata con Roberto Roversi per Maggioli e oramai introvabile. Il testo si articola in tre momenti distinti, ma collegabili come discorso, sulle espressioni della creatività plurilinguistica e plurisensoriale, prevalentemente italiana, soprattutto della seconda metà del novecento fino ai suoi “estremi confini” di fine millennio. Partendo dall’antichità, si giunge al Futurismo (consapevole iniziatore e riferimento obbligato per le successive esperienze, come viene attestato dalle tavole pubblicate) e si arriva alle poetiche italiane negli anni Settanta-Ottanta, in cui il rapporto della parola con l’immagine o con un altro linguaggio viene “vissuto” con modalità e forma molto differenti: poesia concreta, poesia visiva, scrittura visuale, poesia sonora e scrittura-evento, “nuovi segnali” difficilmente codificabili, cinevideoscrittura, scrittura come arte (fino alla scrittura-pittura). La scrittura infatti può, tra le sue varie possibilità, esprimersi su un muro, come firma, come carta d’amore, sul corpo come supporto, come tatuaggio o marchio interiore, come ferita-segno, come sindone ecc: tutte possibilità per scrivere un “estremo alfabeto”.