Bellini. Norma

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Pp.
160
Curatori:
 Giovanni Gavazzeni
Uscita: 01-01-2008

ISBN: 978-88-8342-644-5

Collana: Monografie d’Opera/in collaborazione con il Teatro Comunale di Bologna -

Numero della Collana
12

14,00 €

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La Norma di Vincenzo Bellini, tragedia lirica scritta da Felice Romani, fu rappresentata per la prima volta a Milano il 26 dicembre 1831. Il suo debutto fu un insuccesso totale e l’intera platea della Scala ammutolì in un sentenzioso silenzio. Ma questo fiasco fu il preludio di una fortuna straordinaria, già dalla prima replica in poi. Come analizza l’ampio saggio critico di Lorenzo Arruga, questo fallimento è da attribuirsi sia alla novità dell’opera, che evidentemente spiazzò il pubblico, ma soprattutto alla stanchezza degli attori che arrivarono alla prima milanese stremati per le troppe prove. Nella Norma infatti il canto sorregge l’intera struttura della tragedia, la pervade, e ad esso sono legati la logica e il clima dell’opera – tanto complicata quanto coinvolgente – la cui riuscita è quindi interamente nelle mani dei cantanti. Diversi i motivi che si intrecciano nel capolavoro del trentenne catanese, compositore già di grande successo: la sacerdotessa che infrange i voti, l’infanticidio come vendetta del tradimento amoroso, il motivo celtico-barbarico dei riti druidici e della foresta sacra. Un insieme di suggestioni di tragedia greca, di neoclassicismo e di romanticismo, che molto devono non solo alla classicità, ma anche ai lavori di Chateaubriand, Soumet, Leopardi, come la nutrita Antologia letteraria ben evidenzia, nonché alle due opere che della Norma costituiscono il precedente più diretto: la Medea di Cherubini e La Vestale di Spontini. Da tutti questi spunti nasce però un personaggio dotato di una forza nuova, sacerdotessa intimamente legata alla natura (la luna, la foresta…) – e alle proprie radici tribali, che giganteggia nella sua statura morale, la “Norma che non mente”. Eroina tragica di un’opera in cui natura e melodia tutto ordinano e avvolgono, e che, a discapito del primo insuccesso, non è mai uscita dal repertorio dei teatri di tutto il mondo.